La Penna dei Ragazzi anno I n. 6

Organo Fascista dei Giovani Studenti Ginnasiali

24 Febbraio 1930 – VIII Era Fascista

I giovani Ruggero Zangrandi e Vittorio Mussolini scrivono questo ciclostilato durante il terzo anno al Ginnasio Inferiore, nella sezione D. Inizialmente progettato solo per la loro classe viene ben presto diffuso all’interno della scuola, grazie anche alla notorietà dei due ragazzi.

La Penna riporta la notizia del fidanzamento della primogenita di Mussolini, Edda, con Galeazzo Ciano, figlio del Ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano. L’articolo destò scalpore in quanto venne scritto in concomitanza dell’annuncio ufficiale, dato il giorno stesso dell’uscita del periodico. La classe si congratulò con Vittorio per il fidanzamento di sua sorella.

Esistono diverse versioni su come i due si conobbero (o a Teatro o il 27 Gennaio ad un festa in occasione del rientro di Galeazzo dalla Cina). In ogni caso sul fidanzamento si sa che Galeazzo si recò a Villa Torlonia per chiedere ufficialmente la mano di Edda, il 15 febbraio 1930, alle tre del pomeriggio, vestito di grigio, come si conveniva a un pretendente del suo rango, e con i guanti color panna. Per l’occasione venne organizzata una scenetta. Galeazzo sarebbe stato introdotto nello studio del duce, mentre Rachele e la figlia, in un vicino salotto, sarebbero rimaste trepidamente in attesa di essere chiamate al cospetto dei due personaggi. Mussolini accolse infatti il futuro genero con il capo chinato sulla scrivania come se stesse compulsando chissà quale pratica d’estrema urgenza, e solo dopo un lungo silenzio alzò gli occhi su di lui come se si fosse accorto per caso della sua presenza. Non sappiamo che cosa si dissero, ma ben presto il duce fece entrare nella sala le donne per dar loro la notizia che quel giovane, lì presente, gli aveva appena chiesto in sposa Edda ed egli non aveva avuto nulla da obiettare. Galeazzo ringraziò traendo dalla tasca un astuccio con l’anello. Infilò il prezioso cerchietto al dito della ragazza e si abbracciarono tutti.

La notizia di quel fidanzamento ebbe un’eco grandissima in Italia e nel mondo. L’Evening News di Londra chiamò subito al telefono la promessa sposa per un’intervista. “Dite ai vostri lettori” rispose Edda “che sono raggiante di gioia, ma sono preoccupata perché molti giornali hanno scritto che ho venticinque anni. Non è vero. Ne ho soltanto diciannove e vi sarò grata se vorrete rettificare la notizia”.EddaMussolini
L’Herald Tribune pubblicò una sua foto, un po’ bruttina, con uno strano cappellino da collegiale in testa. All’Archivio di Stato si conserva la prima pagina del giornale con la foto, insieme all’originale di un biglietto che era stato indirizzato al duce. Era un biglietto anonimo, ma certamente vergato da un antifascista emigrato all’estero. La scrittura era incerta, la lingua sgrammaticata: “Egregio Mussolino, Tu non ai vergogna di mandare per il mondo simili vergogne? Se vuole far sapere le sue bravure la tua nobile figlia fa però che non si faccia fotografare che disonora le donne italiane tutte con la sua bruttezza e con la figura della sua aristograzia. Non vedi che la sua bruttezza e la sua goffaggine si vede da tutti i pori. Poverina in 7-8 anni non a ancora fatto il callo a saper portare il cappello”.
I giornali del tempo costruivano ovviamente un’immagine ben diversa della ragazza. Nel commentare la notizia del fidanzamento, trasmessa dall’Agenzia Stefani, il popolo di Roma scriveva che “gli italiani avevano accolto con profonda commozione l’annunzio della promessa di nozze scambiata tra Edda Mussolini e il conte Galeazzo Ciano di Cortellazzo; la leggiadra creatura, fiore fragrante di giovinezza, può essere additata come un esempio di quella sana moralità, di quella cosciente virtù, di quella grazia accostante che è una delle più pure caratteristiche di nostra gente; due occhi pieni di luce, un sorriso aperto, una soave femminilità senza falsi languori, ma fiera e consapevole dei doveri della donna dell’Italia Fascista, ecco tratteggiato alla lesta il profilo dell’avvenente fanciulla che andrà sposa al figliuolo di Costanzo Ciano”. Costanzo Ciano, proseguiva il giornale, “silenzioso e infaticabile collaboratore del Duce che ha dato il meglio del suo talento, della sua operosità e del suo coraggio pel bene della Patria in pace e in guerra, può dirsi soddisfatto del premio che corona le sue nobili e austere fatiche”.

Parti del brano liberamente tratte da “I Figli del Duce” di Antonio Spinosa, Rizzoli, 1989

Numero gentilmente offerto da: IRSIFAR – parte dell’Archivio Zangrandi

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