Passeremo – 1942

Questo numero unico nasce, come chiaramente specificato nell’editoriale, con scopo propagandistico in tempo di guerra. Stampato con una tiratura di duemila copie, il ricavato delle vendite verrà devoluto in beneficenza e donato a uno dei molti enti assistenziali per i soldati al fronte. La pubblicazione viene realizzata grazie alla collaborazione di medie, ginnasio e liceo con la supervisione dall’alto dell’allora Preside Antonio Amante. Non stupisce trovare nella redazione Romano e Anna Maria Mussolini, eredi di quella passione giornalistica che aveva già precedentemente contagiato Vittorio e Bruno e aveva trovato ampio sfogo con la pubblicazione della Penna dei Ragazzi, prima, e Anno XII, dopo.
Le pagine, come è facilmente intuibile dato che si tratta del secondo anno di guerra per l’Italia e si è ancora ben lungi dalla fine del conflitto, sono intrise di patriottismo, fiducia nelle capacità italiane, ma, soprattutto, di propoganda fascista. Innumerevoli sono i richiami al Duce e alle situazioni di guerra, rilette con un’ottica ben diversa da quelli che poi, si vedrà, essere la realtà.

Raccolta della Lana

Una coppia di genitori consegna al figlio la busta contenente la lana che dovrà essere portata a scuola. Foto di Federico Patellani.

Anche negli articoli di carattere scolastico, ad esempio la semplice cronaca degli eventi sportivi del Liceo, tradizione ben nota anche ai giorni nostri, vi sono sottili riferimenti alla situazione che si vive in Italia in quegli anni. Nell’articolo sopracitato (pag. 8) si parla della raccolta della lana, coinvolgimento attivo degli studenti. Tra il 1941 e il 1942 vi furono una serie di circolari dal tema fisso “Azione della Scuola per la guerra”. La raccolta doveva servire a garantire una buona scorta di filato per confezionare indumenti di lana per i combattenti. A tale scopo, su deliberazione del Duce, fu istituita la “Giornata del Fiocco di Lana” (18 novembre 1941) dedicata alla raccolta del “prezioso” materiale.
La lana, raccolta nelle scuole, veniva poi consegnata ai Fasci Femminili, i quali, attraverso l’organizzazione delle massaie rurali e con la collaborazione tecnica dell’Ente Nazionale del Tessile, provvedevano a trasformare i fiocchi in filato. Il filato ottenuto era poi parzialmente restituito alle scuole ed usato dalle alunne – nelle ore di “Esercitazioni di lavoro femminile” – per la confezione di indumenti da montagna e coloniali per l’esercito. Qui è possibile vedere la scheda con le informazioni relative alla foto a destra.

Foto della cerimonia per l'inaugurazione del busto di Bruno Mussolini nell'Aula Magna del Liceo Tasso

Foto della cerimonia per l’inaugurazione del busto di Bruno Mussolini nell’Aula Magna del Liceo Tasso

Ad una delle squadre del liceo viene assegnato il nome “Bruno Mussolini”, in onore del figlio di Benito Mussolini, morto il 7 Agosto del 1941 durante una spedizione aerea a Pisa. (Già dal 1941 gli era stata dedicata una cerimonia in cui era stato inaugurato un busto, rimosso nel 1943)

Le prime pagine sono enormemente utili poichè vengono nominate le pubblicazioni studentesche di quegli anni ed è possibile risalire ad altre testate di cui non avremmo altrimenti traccia. Si giunge quasi a sette-otto testate pubblicate contemporaneamente, spesso gli stessi direttori collaborano alla creazione di diversi numeri.

Non manca neanche l’inserto dedicato al cinema, cui si era abituati dai tempi della Penna di Vittorio Mussolini. Stavolta, oltre ad analizzare i film delle grandi case cinematografiche, si parla delle pellicole prodotte direttamente dai ragazzi, girate a Villa Torlonia e ricche di suggestioni: “Fuggiaschi”, la pellicola appena prodotta, tratta tematiche calde, uscite dalla penna di Romano Mussolini.
Quattro ragazzi che vivono in Egitto vengono internati in un campo di concentramento “dove sopportano a denti stretti le angherie inglesi”. Scopo del film è accendere l’amor patrio nei giovani.

Locandina del 1941 del film "Uomini sul Fondo" di De Robertis

Locandina del 1941 del film “Uomini sul Fondo” di De Robertis

Si hanno alcune recensioni di film con tema di guerra: Uomini sul fondo, La Nave Bianca e Alfa Tau diretti da Francesco de Robertis con la collaborazione di Roberto Rossellini,  che ebbero un successo grandioso. Qui è possibile vedere il trailer originale del film “La Nave Bianca”, premiato come il precedente “Uomini sul Fondo” alla mostra di Venezia (Qui si può vedere la premiazione, grazie agli archivi dell’Istituto Luce.) Roberto Rossellini e Vittorio Mussolini collaborarono per la realizzazione di un altro dei film commentati: “Un pilota ritorna” sempre del 1941, il cui soggetto risulta essere di Tito Silvio Mursino, uno degli pseudonimi utilizzati da Vittorio.

Si è in guerra ma, nelle pagine in cui si parla di vacanze estive e viaggi, il secondo conflitto mondiale appare solo come un’eco lontana.

Forte è il patriottismo nell’articolo dedicato ai canti di guerra che, grazie alla difussione degli apparecchi radio e alle trasmissioni dell’EIAR, venivano regolarmente trasmessi nelle abitazioni italiane. L’articolo si apre con le parole “Mamma non piangere se c’è l’avanzata. Tuo figlio è forte, paura non ha.” testo del Canto degli arditi (Qui se ne può sentire una versione). Non è però l’unico presente.

Un volontario del Battaglione della Gioventù Italiana del Littorio sorride di fronte a un muro con scritta propagandistica. Offerto dall'Archivio dell'Istituto Luce

Un volontario del Battaglione della Gioventù Italiana del Littorio sorride di fronte a un muro con scritta propagandistica. Scattata nell’estate del 1940.
Offerto dall’Archivio dell’Istituto Luce.

Nell’articolo si scrive: “Il fante che conosce la terra, l’aviatore che conosce il cielo, il marinaio che conosce il mare (…). Il Mare, il cielo, la terra hanno prestato le mirabili note (…). Vi è dunque nei soldati italiani una parola che primeggia: Vittoria“.
Anche nell’editoriale troviamo un’espressione simile. Le parole riprendono il discorso sulla dichiarazione di guerra che Mussolini pronunciò il 10 Giugno 1940 (Qui è possibile vedere il video dell’Istituto Luce). Gli studenti lo conoscevano bene poichè, pochi giorni dopo l’annuncio, iniziò a circolare la canzone “Vincere” che riproponeva, in forma musicata, il famoso motto. (Qui è possibile sentire la canzone). Il titolo stesso del giornale riprende tale motto trasformandolo da “Vinceremo” a “Passeremo” adeguandosi anche alla situazione contingente in cui la popolazione inizia a capire che il conflitto non volgerà al termine brevemente come previsto.
Ad ogni modo la propaganda del Regime cerca di far filtrare i propri contenuti in ogni modo possibile e, all’interno dell’ambito scolastico, trova un campo aperto.

Eppure in che modo venivano diffuse le notizie? Quanto erano veramente coscienti gli studenti di quanto stesse accadendo in battaglia? Nell’articolo “La Guerra Economica” si ha una visione ben diversa da quella reale: si parla di vittoria imminente per il Tripartito e di un’opposizione guidata da popoli “ebrei, massoni, bolscevichi e democratici come Inghilterra, Russia e America”. Purtroppo non è un caso isolato: nell’articolo “Russia” si legge “da dieci mesi le armi dell’Europa hanno dato l’assalto alla piovra moscovita, in questi dieci mesi i barbari non hanno fatto altro che indietreggiare e incendiare città, villaggi, foreste e campagne. Fra pochi giorni dopo la forzata stasi invernale, leggeremo e sentiremo che Mosca si è arresa in mano tedesca.”
In “Siamo in Guerra” si legge la frase conclusiva con un sorriso amaro “Pensiamo che i nostri figli, i figli dei nostri figli, ripeteranno anch’essi, non senza una punta di rimpianto: fu beatitudine vivere in quella aurora: essere giovani un vero paradiso.”

Foto del Convegno a Milano del 1940

Foto del Convegno a Milano del 1940

L’articolo sulla mistica fascista riprende gli insegnamenti appresi durante l’omonima ora di lezione inserita nei ginnasi e nei licei negli ultimi anni di governo mussoliniano e si presenta come un vero e proprio manifesto di ciò che tale insegnamento doveva essere. Le ore di lezione consistevano in una serie di concetti miranti a recuperare una sorta di filosofia del fascismo, spesso estrapolati dalla lettura delle trascrizioni dei discorsi di Mussolini o dagli articoli scritti da lui stesso. Prova di ciò è l’utilizzo frequente delle citazioni dirette all’interno del testo.
Non a caso viene citato anche Niccolò Giani, morto l’anno precedente dopo esser partito volontario per la guerra, fondatore della Scuola di Mistica Fascista Italico Sandro Mussolini e direttore della stessa. Nel manifesto programmatico che stilò tra il 9 e il 15 Ottobre 1932 si legge: “Compito nostro deve essere soltanto quello di coordinare, interpretare ed elaborare il pensiero del Duce. Ecco perché è sorta una Scuola di mistica fascista ed ecco il suo compito: elaborare e precisare i nuovi valori del fascismo che sono nell’opera del Duce.”
Viene anche citato “il covo” soprannome per la sede originale del “Popolo d’Italia” che , dal 15 Novembre 1939 dichiarata monumento nazionale, dal 20 Novembre dello stesso anno venne ufficialmente consegnata come nuova sede per la Scuola di Mistica. All’interno venne allestito un museo del Regime. Qui è possibile vedere il video dell’Istituto Luce con l’inaugurazione della Scuola.
Importante anche considerare che nel 1940 Niccolò Giani organizzò un convegno, i cui atti furono pubblicati nei Quaderni di Mistica Fascista diffusi nelle scuole, dal titolo “Perchè siamo dei mistici?” che fu molto partecipato.
Viene nominato anche il Tenente Costantino Marini, fucilato da partigiani slavi perchè si rifiutò di strappare la tessera del partito fascista.  Il comando supremo dell’esercito gli assegnò la Medaglia d’Argento. Il partito fascista ne fece un eroe, tanto che, per diretto ordine di Mussolini, la Federazione dei Fasci a Trento fu intitolata al suo nome, e alla madre fu solennemente conferito il distintivo d’onore dell’Associazione famiglie Caduti per la rivoluzione. Arnaldo Mussolini, citato solo alla fine, era assieme a Niccolò Giani uno dei fondatori e membro direttivo della Scuola di Mistica.

Nelle ultime pagine, dedicate ai passatempi (anche questa tradizione ereditata dalla Penna dei Ragazzi), si cita la famosa canzone “Lilì Marlen” interpretata in italiano proprio nel 1942 da Lina Termini i cui versi furono composti da Nino Rastelli. La canzone di origine tedesca ebbe tale popolarità perchè venne utilizzata come canzone di chiusura da Radio Belgrado, venendo trasmessa ogni sera alle 21,56.

Gentilmente offerto da: Francesco De Leoni
Con la collaborazione di Giuseppe Valletta

Passeremo 1942
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