Intervista alla Prof.ssa Lucetta Scaraffia

Intervista del 2/05/2012 – Pubblicata sul numero cartaceo di Tassocrazia

Abbiamo avuto modo di intervistare la Prof.ssa Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza nonché collaboratrice con alcune testate quali il Corriere della Sera, Osservatore Romano, Avvenire. Dato il tema di questo numero, abbiamo pensato di ripercorrere con lei un “viaggio” nel suo passato, tornando alla sua vita al Liceo Parini di Milano.

Secondo lei, la formazione classica è ancora lo strumento migliore per una preparazione propedeutica allo studio universitario? Potendo apportare delle variazioni ai programmi di studio, cosa cambierebbe e cosa no, considerando l’esperienza universitaria?
La formazione classica è fondamentale per due motivi:– ci permette di comprendere le radici della nostra cultura, e quindi di riconoscerle quando si ripresentano, e di riutilizzarle nella nostra vita attraverso un contatto diretto con le fonti, non mediato. Quindi attraverso un’esperienza di conoscenza vera. Poi, perché insegnano una disciplina di studio rigorosa, i cui risultati si vedono dopo un periodo abbastanza lungo: prima di apprezzare le opere in latino e greco bisogna studiare per anni la grammatica e la sintassi, nonché i vocaboli, delle due lingue. Insegna quindi a lavorare per obiettivi a lungo termine, che poi sono gli unici che valgono  veramente la pena.

Sua figlia ha frequentato il Tasso..
Frequentare un liceo di grande tradizione sollecita maggiormente all’impegno, e spesso offre una maggiore possibilità di trovare buoni docenti.

Qual è stata l’esperienza più significativa dei suoi anni di liceo?
Non ricordo un’esperienza singola, ma il duro lavoro quotidiano, senza molte soddisfazioni perché i professori erano severissimi: per me è stato veramente formativo: dopo, tutto mi è sembrato più facile, e sapevo concentrarmi nello studio e resistere a lunghe fasi di preparazione.

Potrebbe raccontarci come si svolgeva la vita di un liceale?
Ai miei tempi la vita liceale era rigida: molto studio, nessuna uscita durante la settimana, e uscite solo il sabato pomeriggio, raramente il sabato sera, se c’era qualche festa in casa di compagni. Unica nota vivace: la scuola favoriva molto la frequentazione del teatro, e potevamo acquistare a scuola biglietti per molte rappresentazioni, che così ho potuto vedere, imparando molto.

Qual è stato l’insegnamento appreso che le è stato più utile per la vita universitaria?
Avendo poi frequentato lettere, certo l’insegnamento più utile è stato proprio quello delle materie classiche, anche perché avevo un professore molto bravo, e le avevo fatte particolarmente bene. Mi muovevo con facilità nelle altre materie perché avevo buone basi.

Durante i Suoi anni di Liceo c’era un giornale scolastico? Quale era il suo nome e la sua funzione?
C’era il giornale più famoso nella storia d’Italia, la Zanzara. Io appartengo proprio alla “generazione della zanzara” di cui ho goduto l’effervescenza intellettuale ma anche i risvolti meno piacevoli. Dopo la famosa inchiesta sulla sessualità delle ragazze, all’uscita del liceo venivamo abbordate dai ragazzi venuti per “caricare” le ragazze del Parini, considerate “facili”. Eravamo trattate come prostitute, insomma, è stato molto spiacevole.

Quale consiglio può dare ai ragazzi che stanno terminando adesso il Liceo e stanno per intraprendere il cammino universitario?
Cercate di fare quello che vi piace all’università, ma cercando anche di pensare a quali possibilità di lavoro vi offre. Poi, siate curiosi e aperti, non fatevi condizionare troppo dal modo di studiare del liceo: magari ci sono materie che non conoscete bene, e che vanno proprio bene per voi.

Credits DT Author Box

Scritto da Laura Cardinale

Scrive da quando è piccola, ha patecipato a vari concorsi e ha pubblicato i suoi articoli su varie riviste (Almanacco CNR, Sole24Ore, Tempo). Ha diretto per due anni il giornale scolastico del Liceo Tasso “Tassocrazia”. La Storia è da sempre la sua grande passione.

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